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Industria 4.0 ai tempi del Coronavirus

I virus rappresentano un serio rischio sia per l’umanità che per il mondo digitale. L’epidemia di COVID-19 sta mettendo a dura prova tutta l’economia mondiale in generale e quella italiana in particolare. Com’è noto, l’unico mezzo per evitare un’ulteriore diffusione del contagio è quello di ridurre al minimo i contatti fisici con altre persone. Di qui le ordinanze di quarantena che hanno bloccato prima gran parte della Cina e ora la maggior parte dei paesi industriali, tra cui purtroppo primeggia l’Italia.

Per continuare a gestire in qualche modo le attività delle aziende, l’unica alternativa è costituita dal cosiddetto Smart Working (lavoro agile), una versione più moderna del lavoro a domicilio, che si basa sull’utilizzo di vari strumenti come PC, tablet e smartphone in grado di comunicare in rete in modo più o meno interattivo.

Mentre il puro scambio di dati è alla portata di tutti, utilizzando strumenti come e-mail, file transfer (FTP, We Transfer), messaggistica (WhatsApp), Social Network, condivisione di file in cloud (Microsoft OneDrive, Google Drive, Dropbox, etc), videochiamate e videoconferenza a livello base (Skype, Google Hangouts), l’utilizzo di piattaforme di collaborazione più avanzate, come MS Teams, WebEx, Goggle Hagouts Meets e Zoom (il più scaricato in questo periodo secondo Forbes) è più complesso poiché richiede un impegno organizzativo, un coordinamento da parte delle aziende e un minimo di formazione degli utenti.

Un altro limite è costituito dai problemi di sicurezza. Infatti, non è semplicissimo per personale digiuno di informatica destreggiarsi tra VPN, Firewall e sistemi di CyberSecurity.

Ancora più complesso è il governo dei sistemi produttivi. Premesso che ovviamente le fabbriche richiedono comunque una presenza umana per gestire le macchine e movimentare le materie prime e i prodotti finiti, le tecnologie abilitanti di Industria 4.0 forniscono un importantissimo contributo per rendere possibile il funzionamento delle fabbriche e della logistica con un minimo di personale.

Macchinari Intelligenti. I macchinari e gli impianti “4.0” sono dotati di PLC e PC industriali e sono programmati da potenti sistemi CAD e CAM. Questo rende possibile convertire velocemente la produzione, per esempio per produrre mascherine filtranti o parti di strumenti medicali, mentre i sistemi di tele-monitoraggio e tele-manutenzione consentono di controllarli a distanza, utilizzando programmi come Team Viewer, minimizzando quindi il numero di operatori presenti in fabbrica.

Robotica. I robot permettono di svolgere moltissime azioni in modo automatico o controllato a distanza dagli operatori nel campo della produzione e della logistica, ma anche operazioni di pulizia, sanificazione, movimentazione e vigilanza.

IoT. L’elevato grado di connettività presente in molte fabbriche e impianti semplifica il funzionamento cooperativo, il controllo a distanza degli ambienti produttivi e la gestione degli allarmi.

Stampa 3D. È possibile realizzare velocemente parti di ricambio per sistemi medicali come pubblicato dal Corriere della Sera nell’articolo “Coronavirus, mancano le valvole per i respiratori: ingegnere ne dona 100 prodotte con la stampa 3D”  e da StartupItalia nell’articolo “Coronavirus, le valvole salvavita stampate in 3D (in 6 ore)“. Ed è possibile modificare prodotti esistenti per utilizzarli nella lotta al virus come pubblicato da Rai News nell’articolo “Coronavirus. Maschere da snorkeling diventano ventilatori ospedalieri grazie alla stampa 3D”, o creare nuovi prodotti in tempi ridottissimi come pubblicato da 3D printing “Coronavirus: Wasp stampa in 3D mascherine e caschi da lavoro“, integrando la creatività e l’abilità artigianale italiana con la flessibilità della produzione additiva. Anche la Commissione Europea ha chiesto aiuto agli operatori della stampa 3D come pubblicato da “Polimerica“.

Realtà Aumentata – I sistemi di AR, consentono di utilizzare in tempo reale le competenze di esperti che possono trovarsi ovunque, anche in quarantena, per supportare il personale presente in sede.

Quindi possiamo affermare con certezza che le tecnologie Industria 4.0 abilitano il paradigma della fabbrica sostenibile, iper-connessa, agile, flessibile, resiliente, affidabile e che in questo periodo di criticità, possono essere un valido sostegno nella gestione di alcune delle difficoltà che le aziende si trovano ad affrontare. 

Nello specifico, richiamiamo l’attenzione su quanto già presente a favore dell’adozione di tecnologie che consentono di controllare e gestire i processi aziendali da remoto.

La Legge di bilancio 2020 ha introdotto un nuovo credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali riportati agli Allegati A e B della L. 232/2016, in sostituzione delle precedenti misure agevolative note come “super ammortamento” e “iper ammortamento”. In particolare, alcune categorie agevolate di beni immateriali “Industria 4.0” possono risultare particolarmente utili nel presente contesto, quali ad esempio i software, sistemi, piattaforme e applicazioni per la gestione e il coordinamento della produzione con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio, come la logistica di fabbrica e la manutenzione (sistemi di comunicazione intra-fabbrica, bus di campo/fieldbus, sistemi SCADA, sistemi MES, sistemi CMMS, soluzioni innovative con caratteristiche riconducibili ai paradigmi dell’IoT e/o del cloud computing).

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