Home » News » Certificare l’eccellenza, intervista a Luigi Odello.

Certificare l’eccellenza, intervista a Luigi Odello.

Il suo è un percorso difficile da riassumere in poche righe: Presidente del Centro Studi Assaggiatori e dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, amministratore delegato, Narratori del gusto, Istituto Eccellenze Italiane Certificate e Istituto Internazionale Chocolier, consigliere Istituto Nazionale Espresso Italiano, Istituto Nazionale Grappa e Good Senses, nonché coordinatore di diversi comitati scientifici. Enologo, giornalista, professore in Università italiane e straniere. Potremmo continuare, ma il curriculum di Luigi Odello non sarebbe ancora completo. 

La sua formazione, però, parte da vino, che lo conduce a lavorare per un’azienda nel settore alimentare. La propensione all’innovazione lo porta ad ampliare i suoi orizzonti; è così che nasce l’interesse per l’analisi sensoriale e la ricerca di un metodo per la certificazione delle eccellenze. 

Istituto Eccellenze italiane Certificate. Di cosa si tratta? 

L’Istituto Eccellenze Italiane Certificate è un’associazione che unisce i produttori di eccellenze italiane, includendo anche le aziende di servizi innovative e di alto profilo. 

Tutte le aziende associate devono concorrere al raggiungimento di determinati obiettivi sociali, quali: 

  • tutelare il valore economico, culturale e tradizionale delle eccellenze italiane. L’Istituto conferisce i “certificati” alle aziende dopo un’attenta ricerca e sulla base di studi e analisi strumentali e sensoriali, nonché dopo ricerche di mercato sul consumatore. 
  • promuovere l’utilizzo delle ricerche di mercato sui consumatori o business to business come strumento fondamentale per guidare e supportare le scelte strategiche delle aziende;
  • proporre, favorire, organizzare e attuare iniziative di carattere promozionale dirette a potenziare l’espansione delle vendite dei prodotti certificati sia sul mercato interno che estero;
  • promuovere iniziative atte a migliorare le qualità sensoriali e le tecnologie produttive dei prodotti tradizionali e tipici;
  • accompagnare le imprese all’estero agevolando la generazione di relazioni stabili con importatori vocati.

Si tratta di un vero e proprio network di eccellenza, in stretto rapporto di collaborazione con i Narratori del Gusto e il Centro Studi Assaggiatori. 

Chi sono i Narratori del Gusto? 

Narratori del Gusto è un’associazione che riunisce coloro che desiderano produrre e gestire un nuovo tipo di comunicazione di prodotti e territori, slegandosi dalle logiche classiche della narrazione a partire dal “prodotto tipico” per adottarne un’altra, nuova e contemporanea, che parte dalle risorse umane. Lo sviluppo dei territori, cardine del progetto 2021 dei Narratori del Gusto, parte proprio da qui, dal fare crescere i protagonisti locali.

Il punto di partenza restano le scienze sensoriali e, in particolare, l’analisi sensoriale. Questa potremmo definirla come l’insieme di tecniche e metodi che consentono di descrivere e misurare ciò che viene percepito dalle persone normali o da giudici addestrati che vivono in una specie di realtà aumentata per quanto riguarda i sensi. 

Facciamo un esempio concreto. Spesso, davanti a un sommelier che è capace di sentire profumi e note che arrivano da lontano, forse anche troppo, siamo portati a sorridere. La sua analisi è per noi incomprensibile, e per questo la riteniamo poco veritiera. 

I Narratori del Gusto sovvertono questo meccanismo, trasformando la degustazione in un’esperienza sensoriale in cui il relatore diventa guida, senza dirottare o compromettere la percezione dei partecipanti. 

“Proprio per continuare a lavorare sulla comunicazione – racconta Luigi Odello – abbiamo lanciato da pochissimo un nuovo progetto, a cui lavoravamo da anni: l’Officina della Comunicazione Sensoriale. L’obiettivo è produrre contenuti per il web e la comunicazione tradizionale, partendo dall’analisi sensoriale. Comunicazione che deve essere accessibile e limpida, con una precisa identità verbale e visiva. Nel linguaggio, deve adottare i meccanismi che esulano dal linguaggio tecnico, spesso incomprensibile. Siamo partiti da come parla la gente, perché parleremo dei prodotti proprio come ne parlerebbero due amici dopo una degustazione, partendo dal necessario presupposto che semplicità non è mai sinonimo di banalità o superficialità, specie nel linguaggio. Dopo di che, avremo il compito di rendere visibile questi dati attraverso le infografiche e le immagini. La Data Visualization permette l’esplorazione visuale interattiva dei dati e la comprensione immediata di significati e correlazioni. Le infografiche renderanno subito l’idea di cosa aspettarsi da un prodotto e in quale modo degustarlo.” 

La formazione è sicuramente uno strumento indispensabile per le aziende che vogliono “certificare la loro eccellenza”. Quali sono state le prime impressioni  sull’evento “Leadership e Resilienza” di Barolo, prima tappa dell’Alambicco Tour 2021?

“Sicuramente mi ha colpito il numero di aziende presenti, non solo per l’impatto di una grande sala piena di gente. È significativo vedere 60 persone di altrettante aziende riunirsi lì, con la voglia di progredire. Se non avessero avuto tutte una forte spinta al miglioramento continuo, i manager lì presenti avrebbero impiegato la loro giornata diversamente. Le persone nella Sala del Castello di Barolo erano tutte accomunate dalla voglia di crescere e migliorarsi. 

È un aspetto che mi colpisce, pensando al mondo in cui viviamo. Si sgomita, tra la grande offerta, per acquisire visibilità e spesso si commette l’errore di puntare alla visibilità ancor prima della reputazione.

E poi, c’è un altro aspetto che mi ha colpito. Deve esserci una fede notevole intorno a chi ha organizzato l’evento. I presenti hanno scelto di affidarsi a loro, perché credono nella formazione e nel lavoro di squadra. Vuol dire che dietro questo evento c’è un contenuto di grande valore.”

Qual è la sua visione di “azienda eccellente”? 

“L’eccellenza è difficile da valutare, perché spesso è legata a valori intangibili. Sarebbe facile se fosse relativa solo al prodotto, ma non sempre è numerabile.

Anche l’Istituto Eccellenze Italiane Certificate fino ad ora si è occupato di certificare  un prodotto o servizio. Oggi è in evoluzione: l’obiettivo è valutare l’eccellenza del processo, e per farlo occorre una valutazione oggettiva.

L’eccellenza nasce da un orgoglio, da una filosofia che poi in qualche modo si diffonde lungo l’azienda e coinvolge tutte le operazioni e i processi. 

Ci sono degli indicatori che indicano la qualità e sono parametri che è l’imprenditore a scegliere. Un esempio? I suoi collaboratori. Chi persegue la qualità sceglierà persone caratterizzate da rettitudine e onestà intellettuale. La loro capacità di accettare l’errore e non coprirlo ma, al contrario, metterlo in evidenza farà sì che quello stesso errore possa essere corretto. 

Tutto questo fa parte del DNA dell’imprenditore e dell’azienda, però è qui che può intervenire la formazione, fornendo i mezzi intellettuali per essere autentici e produrre prodotti eccellenti. 

Chi determina l’eccellenza di un prodotto? 

“Non c’è dubbio: il consumatore. È lui il giudice togato che sancisce l’eccellenza del prodotto. L’azienda, però, può garantire al consumatore che sarà sempre in grado di dare a lui – o a lei – quel piacere che ha provato quando ha scelto e assaggiato per la prima volta quel prodotto. Ecco, questo è il profilo di conformità sensoriale, che si raggiunge “arruolando” un gruppo di valutatori che non giudicheranno la bontà del prodotto, in quanto soggettiva. Giudicheranno invece una serie di parametri che portano a dire che quel prodotto è buono; sarà poi l’azienda a valutare la produzione in funzione di quei parametri.”

Quali sono le strategie che una PMI deve adottare in un momento di mutazione resiliente? 

Sicuramente evitare qualsiasi generalizzazione. Ciò che conta è, in ogni momento, porsi delle domande, specie davanti alle difficoltà. Durante l’emergenza sanitaria molti professionisti e imprenditori hanno reagito in maniera superficiale, senza analizzare lo scenario e le possibilità che si stavano aprendo all’orizzonte. 

È importante invece partire dalle domande, per arrivare alle giuste risposte. Poi, però occorre trasformare la resistenza in resilienza, e questo avviene solo se c’è possibilità di guardare al futuro. Ci si può trovare in una situazione di resistenza, ma il cambiamento avviene solo se ci sono le prospettive. 

Istituto Eccellenze Italiane Certificate e Narratori del Gusto. Due network di professionisti e imprese che agiscono sul territorio con azioni concrete. Quali sono le possibili sinergie con l’Accademia Alambicco? 

Tutte le realtà citate accolgono con entusiasmo le contaminazioni. In entrambi in casi, attingiamo all’esterno per il know-how di cui abbiamo bisogno. Proprio per questo Alambicco offre molte possibilità di sinergia e confronto. 

Articolo precedente
Formazione, innovazione, evoluzione nella PMI: intervista a Carmen Petrizzi.
Articolo successivo
Il magico mondo del cioccolato firmato Crea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere